28-09-2015, 15:38
ROMA – L’ipotesi di un prelievo al 60% calcolato sul “cassetto” delle slot – quanto rimane nelle macchine al netto delle vincite – è una “stangata” che eliminerà la categoria dei gestori azzerandone i margini di guadagno e potrebbe far chiudere almeno 15 mila bar: è quanto sottolinea in una nota l’associazione Astro, che calcola in maniera chirurgica gli effetti dei provvedimenti contenuti nelle prime bozze della prossima legge di stabilità. Misure ritenute assurde e che appaiono come una ritorsione nei confronti di tutto il settore, sostiene l’associazione, dopo che “una parte della filiera” non ha collaborato al pagamento dei 500 milioni di euro di addizionale per le slot.
Nelle bozze circolate in questi giorni – e visionate da Agipronews – dopo l’introduzione della tassazione del si ipotizza un incasso erariale complessivo dal settore slot da 3,9 miliardi di euro: obiettivo che secondo Astro – a parità di parco macchine, le 380 mila attualmente installate in Italia – ridurrebbe i margini di guadagno dei gestori, mentre costerebbe oltre 9 mila euro l’anno ai bar e agli altri locali generalisti che sopravvivono anche grazie agli apparecchi: un prezzo che renderebbe impossibile il pagamento dell’affitto ad almeno 15 mila attività, la metà di quelle che oggi, con gli incassi delle macchine, riescono a fronteggiare le spese di affitto e gestione dei locali.
L’altro scenario delineato dall’associazione è che l’ipotesi di aumento del prelievo sia il primo passo verso il “confino” delle slot in locali specializzati, realizzata grazie a una misura fiscale che renderebbe “attuabile questo binomio, apparentemente impossibile, ovvero, la contestuale riduzione delle AWP e la segregazione delle stesse solo in negozi di gioco professionalizzati”. Limitare le slot in locali dedicati ne aumenterebbe la redditività, rendendo possibile l’obiettivo erariale da 3,9 miliardi con un parco macchine da 254 mila apparecchi, è il calcolo di Astro, 113 mila in meno di quelli attuali. Ma anche in questo caso non sarebbe scongiurata la scomparsa dei gestori, visto che le uniche macchine capaci di dare utili sarebbero quelle con incassi superiori a 360 euro al giorno, il 30% di quelle installate oggi.
Astro lancia dunque una provocazione: se l’erario vuole raggiungere i propri obiettivi, alzi il prelievo fino al 90% del cassetto per concedere “l’onore delle armi, almeno, ai lavoratori che resteranno a casa, risparmiando loro di vedere il loro posto trasformato in qualche spilletta d’oro sulla giaccia degli speculatori finanziari”.
Nel settore si teme che provvedimenti del genere siano una vendetta del Governo per “la mancata collaborazione di una parte della filiera al pagamento della stabilità 2015”, voci che Astro non commenta e che ritiene assurde: abbattere la redditività delle slot comporterebbe “l’eliminazione di un numero così elevato di operatori da rendere la punizione sicuramente estesa anche a quelli virtuosi e collaborativi, e indebolisce l’industria sino a renderla incapace di sfidare l’offerta non autorizzata di gioco”.
PG/Agipro
Nelle bozze circolate in questi giorni – e visionate da Agipronews – dopo l’introduzione della tassazione del si ipotizza un incasso erariale complessivo dal settore slot da 3,9 miliardi di euro: obiettivo che secondo Astro – a parità di parco macchine, le 380 mila attualmente installate in Italia – ridurrebbe i margini di guadagno dei gestori, mentre costerebbe oltre 9 mila euro l’anno ai bar e agli altri locali generalisti che sopravvivono anche grazie agli apparecchi: un prezzo che renderebbe impossibile il pagamento dell’affitto ad almeno 15 mila attività, la metà di quelle che oggi, con gli incassi delle macchine, riescono a fronteggiare le spese di affitto e gestione dei locali.
L’altro scenario delineato dall’associazione è che l’ipotesi di aumento del prelievo sia il primo passo verso il “confino” delle slot in locali specializzati, realizzata grazie a una misura fiscale che renderebbe “attuabile questo binomio, apparentemente impossibile, ovvero, la contestuale riduzione delle AWP e la segregazione delle stesse solo in negozi di gioco professionalizzati”. Limitare le slot in locali dedicati ne aumenterebbe la redditività, rendendo possibile l’obiettivo erariale da 3,9 miliardi con un parco macchine da 254 mila apparecchi, è il calcolo di Astro, 113 mila in meno di quelli attuali. Ma anche in questo caso non sarebbe scongiurata la scomparsa dei gestori, visto che le uniche macchine capaci di dare utili sarebbero quelle con incassi superiori a 360 euro al giorno, il 30% di quelle installate oggi.
Astro lancia dunque una provocazione: se l’erario vuole raggiungere i propri obiettivi, alzi il prelievo fino al 90% del cassetto per concedere “l’onore delle armi, almeno, ai lavoratori che resteranno a casa, risparmiando loro di vedere il loro posto trasformato in qualche spilletta d’oro sulla giaccia degli speculatori finanziari”.
Nel settore si teme che provvedimenti del genere siano una vendetta del Governo per “la mancata collaborazione di una parte della filiera al pagamento della stabilità 2015”, voci che Astro non commenta e che ritiene assurde: abbattere la redditività delle slot comporterebbe “l’eliminazione di un numero così elevato di operatori da rendere la punizione sicuramente estesa anche a quelli virtuosi e collaborativi, e indebolisce l’industria sino a renderla incapace di sfidare l’offerta non autorizzata di gioco”.
PG/Agipro