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Versione completa: Scacco ai “signori delle slot” nel Salento
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LECCE - Nuovo colpo alla criminalità salentina, decine di militari della Guardia di finanza impegnati nella notte in un blitz in tutto il Salento. Gli arresti sono 27, eseguiti in esecuzione di altrettante ordinanze di custodia chieste e ottenute dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce, ma i finanzieri hanno anche eseguito sequestri di beni mobili e immobili riconducibili agli indagati: il valore dei beni sottoposti a sequestro supera i 12 milioni di euro.

Sotto scacco, al termine di un'indagine che nei mesi scorsi ha impegnato la Guardia di finanza di Lecce, due presunte organizzazioni criminali che avrebbero imposto con metodi intimidatori un "monopolio illegale" nel settore della produzione e distribuzione di macchinette per i videogiochi. L'operazione è stata chiamata "Clean Game". Le ipotesi di reato contestate sono quelle di associazione per deliquere di tipo mafioso, truffa ai danni dello Stato, frode informatica, esercizio di giochi d'azzardo ed esercizio abusivo di giochi e scommesse aggravati dal metodo mafioso, illecita concorrenza con minaccia o violenza, trasferimento fraudolento di valori, corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio e associazione per delinquere.

Secondo il procuratore capo Cataldo Motta, il gruppo capeggiato dai fratelli De Lorenzis, pur operando con modalità mafiose (e pur essendo stati documentati contatti con i clan Troisi di Casarano e Padovano di Gallipoli), agiva in maniera autonoma rispetto alla classica organizzazione della Sacra corona unita. Gli indagati avrebbero imposto ai titolari di esercizi commerciali il noleggio delle proprie macchine, già opportunamente manomesse per evitare che l'utente potesse vincere. Una percentuale degli introiti era versata al gruppo De Lorenzis, mentre la parte restante rimaneva al commerciante. Gli inquirenti avrebbero documentato anche contatti con un clan della 'ndrangheta, utilizzato per ottenere le schede informatiche che servivano a modificare gli apparecchi. A questa attività, principalmente, era dedito un secondo gruppo criminale, legato peraltro da vincoli familiari a quello dei De Lorenzis.

I prestiti illeciti e le attività sottratte. Nel corso delle indagini è emersa anche l'attività di esercizio abusivo dell'attività finanziaria: il clan, infatti, dapprima concedeva prestiti allo scopo di favorire l'avviamento delle attività commerciali. Pretendeva poi l'immediato rientro dei capitali dati in prestito, minacciando di incassare i titoli ricevuti in garanzia qualora i commercianti non avessero installato presso i loro esercizi i videogiochi. In alcuni casi, in seguito a questa attività, il gruppo è riuscito ad appropriarsi di attività commerciali riferibili a clienti in gravi difficoltà economiche.

L'indagine è stata avviata nel 2010, dopo una serie di controlli di routine agli apparecchi presenti negli esercizi commerciali. Dopo aver riscontrato alcune irregolarità, i finanzieri hanno avviato indagini più approfondite, avvalendosi anche di intercettazioni telefoniche. Da qui è emersa l'egemonia criminale del gruppo dei De Lorenzis.

I sequestri, stimati in 12 milioni di euro, riguardano 69 fabbricati, 25 terreni, 3 autovetture, 10 società di capitali, 2 ditte individuali e saldi attivi di conti correnti accesi presso quindici istituti di credito. Inoltre, gli uomini delle Fiamme gialle hanno sequestrato 270 apparecchi illeciti presso esercizi commerciali in provincia di Lecce e in diverse regioni su tutto il territorio regionale. Tra gli arrestati figura anche un funzionario dei Monopoli di Stato.
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